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Magopaolo si difende così: “Giochi erotici consensuali, la nostra parola di sicurezza era Harry Potter”

Paolo Abozzi, prestigiatore e mental coach, piuttosto noto come mago della tv con il nome di Magooaolo, è agli arresti domiciliari con l’accusa di maltrattamenti e violenza sessuale. A denunciarlo una donna con cui ha avuto una relazione per i giochi erotici e il sesso estremo che l’avrebbe costretta a fare.
A cura di Redazione Roma
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Magopaolo, al secolo Paolo Abozzi, prestigiatore e mental coach, volto piuttosto noto anche per le sue comparsate in televisione, è comparso davanti ai giudici della prima sezione penale di Roma con l'accusa di violenza sessuale aggravata e maltrattamenti aggravati "dall'uso di sostanze lesive della salute". L'uomo secondo l'accusa, cinquantotto anni, avrebbe legato e violentato una sua partner, somministrandogli prima dei farmaci. Ma il diretto interessato si è difeso parlando di giochi erotici perfettamente consensuali tra lui e la 49enne.

Queste le sue parole riportate oggi dal quotidiano il Messaggero: "Tutti i giochi erotici che io e la signora abbiamo sperimentato sono stati fatti consensualmente. Addirittura, avevamo inventato una "safe word" da usare quando volevamo fermarci: "Harry Potter", riferita alla mia attività di mago". La denuncia della donna è arrivata subito dopo la rottura, e ha portato Magopaolo a finire agli arresti domiciliari. "Lei gradiva essere bloccata e, ogni volta che passava davanti ad un negozio di articoli sportivi, mi scriveva "amo le corde" e manifestava la volontà di sperimentare", ha proseguito l'uomo.

Quelle pratiche sessuali, per quanto possano essere considerate estreme tra soffocamenti e costrizioni fisiche, secondo l'accusato sarebbero state tutte perfettamente consensuali e con dei limiti ben stabiliti dai due. La donna invece ha parlato di violenze e pratiche umilianti che sarebbe stata costretta a subire. La differenza potrebbe farla, se fosse dimostrata, la circostanza per la quale Abozzi l'avrebbe indotta prima delle sedute di sesso estremo a  Ciò che non è ancora chiaro ai magistrati è se la 49enne fosse lucida, o se Abozzi le avesse somministrato farmaci per compromettere la sua lucidità e capacità di reagire, "tra cui lo Xanax".

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